lunedì 13 settembre 2010

gravidanze

mai come quest’anno mi sono resa conto che il festival è ‘na creatura:

e che pensarlo (concepirlo!), architettarne la struttura, non smettere di pensarci, scoprire occasioni dirette e laterali, immaginargli infine una “vita” di successo, come per ogni figlio: tutto questo ricco e complesso processo in qualche modo equivale ad una gravidanza

(ed è forse per questo che in genere le donne, in questo tipo di cose=organizzazione, sono più brave)

la gravidanza, tempo-pancia procreativo e in questo caso concezione e organizzazione, è un tempo speciale, affettivo. io – che ho fatto questo lavoro per molti anni, alla treccani, organizzando convegni e grandi mostre, e poi curando varie edizioni di romapoesia – so quanto può essere creativo, e, entro le costrizioni date, libero.

una sorta di gravidanza creativa.

(il mio primo e venerato analista affrontò in più modi, con me, il tema della creatività-artisti versus procreatività-madri e più genericamente donne. me ne parlava perché di fatto io avevo problemi sui due fronti: da un lato, l’idea di essere un’artista: senza, per questo, muovermi di pezza; dall’altro, anche solo l’idea di generare era impensabile per me: io ferita al cuore dalla storia di mia madre. e poi, però, quella lunga analisi finì con la desiderata nascita di m., io in parte e un poco risanata)

e mai come quest’anno mi sono accorta che il numero giusto di genitori per una creatura-festival è DUE! abbiamo lavorato così bene, maria teresa e io, così tranquillamente bene, con rispetto e senza competizione, divertendoci, spaventandoci, appassionandoci. sognando e riprendendo terra. abbiamo certamente fatto anche qualche errore, i nomi sarebbero dovuti essere tanti di più...

(ma ecco cosa!
maria teresa e io abbiamo capito che ”poEtiche sta nascendo, ma non finisce qui”. si può pensare insomma ad una qualche forma di continuità)

e poi è successo che fin dalla prima mail, fin dalla prima telefonata, abbiamo sentito nelle nostre invitate un tipo di adesione allegra e affettiva, un vero sostegno. oggi, che si aprono gli spazi comuni, il blog e la pagina facebook, mi rendo conto che questa strada della costruzione del festival la stiamo facendo anche insieme alle nostre poete/esse: che hanno attivamente interloquito, si sono rese disponibili: è stato per esempio parlando con due di loro che ci è venuta in mente questa bella cosa delle “pratiche”, e cioè i laboratori; c’è stata la disponibilità a ospitare alcune poete fuori sede, ci sono arrivati tanti e utilissimi suggerimenti e stimoli.

Nessun commento:

Posta un commento