[Patrizia Vicinelli e Alberto Grifi]
Patrizia Vicinelli nasce nel 1943 a Bologna, dove muore per aids il 9 gennaio 1991. Di famiglia borghese, di buone letture e buoni studi, Patrizia Vicinelli ha avuto il primo confronto con la scena letteraria italiana contemporanea, sull’orizzonte delle ricerche neoavanguardistiche, ossia del Gruppo ’63. La sua prima apparizione risale all’anno 1966, in un convegno organizzato dal Gruppo ‘63, a La Spezia. Il primo testo a stampa di Patrizia, E capita, era apparso già però nel 1962, sulla prima, artigianale rivista di Adriano Spatola, “Bab Ilu”. Patrizia è stata attiva in svariati ambiti: ad esempio il cinema, collaborando con i registi Tonino de Bernardi e Alberto Grifi, (a Grifi fu anche legata sentimentalmente) e ciò è testimoniato da film su regia di Grifi, In viaggio con Patrizia 1965), Transfert per camera verso Virulentia, (1966-1967); su regia di Tonino De Bernardi invece ha fatto il film A Patrizia (1968 – 1970) – girato principalmente tra Torino e Marocco - in cui racconta di un viaggio in Marocco.
Si tratta di film sui generis naturalmente; In viaggio con Patrizia si può definire piuttosto un film/documentario, perché analizza in particolare la vita, la scrittura della Vicinelli. Importante inoltre la collaborazione con Gianni Castagnoli, a sua volta artista, ma in ambito visivo, (si ricordano i suoi esperimenti con la fotocopiatrice Xerox), suo compagno e padre di Giò Castagnoli, con lui Patrizia produsse il film La nott’ e ‘l giorno (dal 1973 al 1976), Durante la costa dei millenni (video performance1987), e altri lavori in video distampo poetico/visivo.
Negli anni ottanta, precisamente nel 1983, ha recitato nel ruolo di una pittrice (ruolo da lei peraltro esercitato nella realtà in subordine a quello di poetessa),nel film diretto da Claudio Caligari, Amore tossico, dove un gruppo di tossicodipendenti romani trascorrono la propria drammatica routine tra la spiaggia di Ostia e la capitale attraverso consumo di eroina, piccoli litigi, piccoli furti, e immancabili guai con la polizia, nella fioca speranza di poter cambiare vita e di disintossicarsi. Patrizia Vicinelli, non ha mai voluto nascondere la propria tossicodipendenza. Questo lo dimostrano i fatti, le testimonianze raccolte fino ad ora dalle persone che la conoscevano bene ma anche meno bene; ricordi a volte forse troppo amari, a volte scolpite da temerarie considerazioni, in ciascuno dei quali cogliamo il riflesso di quella realtà sempre al limite che è il mondo di Patrizia. Alleghiamo qui un estratto del film Amore Tossico, dove Patrizia copre il ruolo di una pittrice tossicodipendente:
Continua...
Jonida Prifti
Nessun commento:
Posta un commento