domenica 10 ottobre 2010

Patrizia Vicinelli. La poesia e l'azione. [1 parte]

[Patrizia Vicinelli e Alberto Grifi]
Patrizia Vicinelli nasce nel 1943 a Bologna, dove muore per aids il 9 gennaio 1991. Di famiglia borghese, di buone letture e buoni studi, Patrizia Vicinelli ha avuto il primo confronto con la scena letteraria italiana contemporanea, sull’orizzonte delle ricerche neoavanguardistiche, ossia del Gruppo ’63­. La sua prima apparizione risale all’anno 1966, in un convegno organizzato dal Gruppo ‘63, a La Spezia. Il primo testo a stampa di Patrizia, E capita, era apparso già però nel 1962, sulla prima, artigianale rivista di Adriano Spatola, “Bab Ilu”. Patrizia è stata attiva in svariati ambiti: ad esempio il cinema, collaborando con i registi Tonino de Bernardi e Alberto Grifi, (a Grifi fu anche legata sentimentalmente) e ciò è testimoniato da film su regia di Grifi, In viaggio con Patrizia 1965), Transfert per camera verso Virulentia, (1966-1967); su regia di Tonino De Bernardi invece ha fatto il film A Patrizia (1968 – 1970) – girato principalmente tra Torino e Marocco - in cui racconta di un viaggio in Marocco.

Si tratta di film sui generis naturalmente; In viaggio con Patrizia si può definire piuttosto un film/documentario, perché analizza in particolare la vita, la scrittura della Vicinelli. Importante inoltre la collaborazione con Gianni Castagnoli, a sua volta artista, ma in ambito visivo, (si ricordano i suoi esperimenti con la fotocopiatrice Xerox), suo compagno e padre di Giò Castagnoli, con lui Patrizia produsse il film La nott’ e ‘l giorno (dal 1973 al 1976), Durante la costa dei millenni (video performance1987), e altri lavori in video distampo poetico/visivo.

Negli anni ottanta, precisamente nel 1983, ha recitato nel ruolo di una pittrice (ruolo da lei peraltro esercitato nella realtà in subordine a quello di poetessa),nel film diretto da Claudio Caligari, Amore tossico, dove un gruppo di tossicodipendenti romani trascorrono la propria drammatica routine tra la spiaggia di Ostia e la capitale attraverso consumo di eroina, piccoli litigi, piccoli furti, e immancabili guai con la polizia, nella fioca speranza di poter cambiare vita e di disintossicarsi. Patrizia Vicinelli, non ha mai voluto nascondere la propria tossicodipendenza. Questo lo dimostrano i fatti, le testimonianze raccolte fino ad ora dalle persone che la conoscevano bene ma anche meno bene; ricordi a volte forse troppo amari, a volte scolpite da temerarie considerazioni, in ciascuno dei quali cogliamo il riflesso di quella realtà sempre al limite che è il mondo di Patrizia. Alleghiamo qui un estratto del film Amore Tossico, dove Patrizia copre il ruolo di una pittrice tossicodipendente:

Continua...
Jonida Prifti

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